CUBALIBRO

CUBALIBRO

Generi: Narrativa, Viaggi, Saggi. 192 pagine. Prima Edizione: Settembre 1998

…non voglio che paragoni improponibili mi impediscano di godere dei cambiamenti che sono rimasti profondamente dentro di me, ma mi mancano i sorrisi di Cuba e non posso impedirmi di pensare a Cuba ogni volta che bevo un cubalibre. E’ un sapore che mi è entrato nel sangue, come il calore di quel bellissimo paese.

COME INIZIA

La storia del mio viaggio non inizia il giorno della partenza ma molto prima. Non ricordo il momento in cui decisi di fare questo viaggio e nemmeno ricordo da chi era partita l’idea. Sicuramente non da me. E’ un dettaglio che si è ormai perso tra le pieghe della mia memoria.

Ricordo che se ne parlava moltissimo in spiaggia l’estate scorsa. Io, Mirko e Piero ci allenavamo a pensare in grande sotto il sole bruciante di agosto. Immaginavamo evasioni possibili e improbabili usando come esempio i Caraibi del film Cocktail, dove quel matto di Tom Cruise improvvisava le poesie che recitava ogni volta che inventava un drink.

“Come sarà bello quando noi saremo al caldo e qui moriranno di freddo.”

“Noi si che sappiamo dove andare: sole, rhum e donne. Questa è vita.”

Erano frasi che ripetevamo con convinzione sempre maggiore. Un giorno dietro l’altro, i nostri sogni erano lievitati tra gli spruzzi di salsedine e le onde di calore e, gonfiandosi, erano saliti verso le nuvole plasmandosi attorno alla nostra immaginazione. L’aspettativa di un viaggio che non si sarebbe mai fatto, non insieme e non come tutta la nostra bella immaginazione ci aveva portato a sognare, mi aveva gonfiato la testa ed il cuore.

Dopo mesi in cui mi ero visto davvero a fare il barman in un bar di canne di bambù su una fantastica spiaggia bianca, dopo che fantastiche visioni avevano accompagnato ogni mio sogno ad occhi aperti mentre spacchettavo cartoni su cartoni di maglie nel negozio dove avevo lavorato ogni giorno nei due anni che hanno preceduto il mio viaggio, fu davvero una beffa quando, dopo avere smesso di lavorare per avere il campo libero a tutti gli imprevisti che un simile viaggio avrebbe potuto comportare, mi ritrovai improvvisamente ed inaspettatamente solo.

Da italiano ho sempre fatto molta fatica a identificarmi con la gente che mi circonda. Io che sono sempre sorridente, solare e ottimista mi sentivo straniero nel paese in cui ero nato e in cui vivevo e lavoravo. Avvertivo un terribile senso di solitudine.

La solita routine famiglia-amici-lavoro in cui mi ero sempre trovato come tra due guanciali di volti e luoghi conosciuti, era diventata una soffice gabbia nella quale mi sentivo soffocare ogni giorno di più. Sognavo quel cambiamento, mi vedevo nei panni di uno che abbandona… continua..

ACQUISTA copia DeLuxe Autografata

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto